Progetti in Nepal

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INTEGRATED DEVELOPMENT PROJECT

TIKAPUR, KAILALI, NEPAL

AREE DI INTERVENTO

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TIKAPUR CHILDREN HOME

 BORSE DI STUDIO

 SUPPORTO ALLE SCUOLE NEI VILLAGGI

POMPE DELL’ACQUA

PROGETTO SANITARIO

 

VOLUNTEERS WITHOUT FRONTIERS

Il partner locale è rimasto lo stesso del progetto ICEP, Volunteers Without Frontiers così come i beneficiari del progetto: i ragazzi presenti nella Tikapur Children Home, i bambini poveri di Tikapur ed i villaggi degli ex schiavi così da garantire la continuità del nostro intervento in Nepal, con l’aggiunta di alcune attività ed il miglioramento di quelle preesistenti.

Obiettivi del progetto

  • Favorire l’accesso all’educazione scolastica ai bambini provenienti da condizioni socio-economiche disagiate
  • Combattere la discriminazione a scuola
  • Migliorare le condizioni dei servizi scolastici nei territori dei beneficiari
  • Facilitare l’accesso dei giovani al mercato del lavoro

Beneficiari

I progetti di AVSF sono indirizzati principalmente ai ragazzi provenienti dai villaggi che si trovano nell’area circostante a Tikapur, in particolare alle comunità dei Mukta Kamaiya (ex-lavoratori vincolati), Sukumbasi (senza terra) e Dalit (intoccabili).

Il termine Nepalese Kamaiya faceva riferimento al sistema tradizionale dei lavoratori vincolati della regione del Terai dell’ovest. I Kamaiya erano dei lavoratori agricoli alle dipendenze di un padrone, quest’ultimo generalmente era un proprietario terriero. Il sistema Kamaiya permetteva al proprietario di comprare e vendere uno o più Kamaiya. Il debito contratto da un Kamaiya veniva ereditato dal figlio.

Con l’abolizione della schiavitù e grazie all’introduzione della Riforma Agraria nel 2001, 35.721 Kamaiya vennero liberati, inoltre, il Governo assicurò a ciascuno di essi un appezzamento di terra di 0.15 ettari, e fornì i materiali per la costruzione della casa. Tuttavia, a causa del processo di identificazione e dell’ostruzionismo dei proprietari terrieri, migliaia Kamaiya (adesso chiamati Mukta, che significa liberi) non hanno mai beneficiato di questi risarcimenti. Ad oggi solo una piccola parte di essi possiede la carta d’identità Kamaiya fornita dal governo. A seguito di questo alcuni Kamaiya si sono impossessati delle terre illegalmente.

Secondo le stime della Free Kamaiya Society, circa 300.000 persone vivono all’interno di 294 accampamenti Mukta Kamaiya. Circa 8.000 di loro vive nei 5 villaggi e insediamenti vicino all’area urbana di Tikapur dove VWF opera.

Gli altri nostri diretti beneficiari sono i Sukumbasi. Il significato della parola Sukumbasi singnifica “senza terra”. Durante gli ultimi vent’anni la popolazione totale del Terai e del Kailali è triplicata a causa dei grandi flussi migratori, provenienti principalmente dall’area collinare. La maggior parte di questi immigrati sono dei senza terra che hanno occupato terreni pubblici. Le ragioni principali di questo esodo massiccio sono la scarsità di terre coltivabili nei paesi nativi unita ad una bassa produttività, la pressione demografica, l’assenza di un qualsiasi mercato del lavoro diversa da quello agricolo, i disastri stagionali come alluvioni, la sbagliata ma diffusa opinione secondo la quale il Terai e la sua prossimità al confine indiano faciliti la migrazione stagionale.

I Sukumbasi non son ben accetti nel Terai. L’opinione pubblica li vede come finti senzaterra che sono arrivati dalle montagne al solo fine di impossessarsi dei migliori appezzamenti di terra. Tra i Sukumbasi molti sono Dalit (fuori casta, ex-intoccabili), i quali soffrono storicamente di una discriminazione sociale ancora molto forte nelle aree dell’intervento.

Il Governo non ha assunto nessuno posizione ufficiale nei loro confronti e per la legge sono considerati semplicemente degli abusivi.

Da un´indagine realizzata da AVSF risulta che la quasi totalità degli abitanti di tali insediamenti vive ben al di sotto dei due dollari al giorno. Molte donne e alcuni uomini lavorano nel settore delle costruzioni ricevendo un salario giornaliero di 100rp (al cambio attuale circa 1 euro). Anche il tasso dei lavoratori stagionali che si recano in India è molto alto, molti di loro però non sono mai tornati a casa lasciando nel villaggio mogli e figli senza una fonte di reddito. Altri lavori tipici sono autista di rikscha, spaccapietre e ogni tipo di lavoro che altre persone in città non hanno interesse a svolgere.

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